Questo percorso intrapreso attorno al tralcio artificiale mi ha permesso di andare oltre un semplice sguardo e di collegarmi ipertestualmente con esso. Fornita una analisi iniziale della forma e della funzione dell'oggetto si è rivelato interessante creare una prima mappa concettuale: il tralcio artificiale non è più solamente un aggregato di metallo e poliuretano.
Eliminata la componente vitale dell'oggetto, il forte contrasto viene fornito dal colore verde dell'oggetto, associato alla vita, in maggior modo alla vita vegetale. La cosa artificiale quindi, non ha ovviato alla riproduzione di quella naturale secondo tutti i livelli di osservazione possibili, ma principalmente è esaustiva dal punto di vista estetico. Si fa difficoltà infatti, a primo impatto, a riconoscere se si è di fronte ad una vite artificiale o naturale.
L'uomo ha affinato nel tempo tecniche di viticoltura sempre più all'avanguardia, e una di queste è senza dubbio l'innesto: a incastro, a gemma, ma particolarmente adatto alla vite è quello ad omega, praticato, per i meno abili con il coltello, per mezzo di apposite forbici. Esiste oggi un processo di innesto 2.0, si parla infatti di meccanizzazione dell'innesto: l'intero susseguirsi di azioni necessarie ad un innesto perfetto vengono compiute da macchine di grandissima precisione con numeri incredibili, ben 900 innesti ogni ora. I risultati degli innesti più innovativi possono essere depositati presso il CNR.
A conferma del legame tra la storia dell'uomo e questa pianta, è ben noto il suo rapporto con la divinità greca che è Dioniso, o con i simbolismi di abbondanza e benessere riscontrabili in diverse culture: nel Vangelo di Giovanni ad esempio, vi è una metafora molto significativa, nella quale Gesù si paragona al ramo principale di una vite, e tutti gli uomini sono i suoi tralci.
Questa predisposizione simbolica e mitologica, la rende presente in ogni forma d'arte, la musica, la scultura, la pittura, il cinema. Nell'arte manuale, è interessante notare come si passa facilmente da grandi opere come la Sedia con tralci di vite di Giacomo Manzù, a lavori di fai-da-te come una sedia realizzata sfruttando le proprietà elastiche e resistenti dei tralci intrecciati.
In conclusione, pur trattandosi di un oggetto pensato per un mercato di design e architettura, quindi più attento all'arredo degli spazi, il mondo che vi ruota attorno è certamente più vasto ed interessante.
Eliminata la componente vitale dell'oggetto, il forte contrasto viene fornito dal colore verde dell'oggetto, associato alla vita, in maggior modo alla vita vegetale. La cosa artificiale quindi, non ha ovviato alla riproduzione di quella naturale secondo tutti i livelli di osservazione possibili, ma principalmente è esaustiva dal punto di vista estetico. Si fa difficoltà infatti, a primo impatto, a riconoscere se si è di fronte ad una vite artificiale o naturale.
L'uomo ha affinato nel tempo tecniche di viticoltura sempre più all'avanguardia, e una di queste è senza dubbio l'innesto: a incastro, a gemma, ma particolarmente adatto alla vite è quello ad omega, praticato, per i meno abili con il coltello, per mezzo di apposite forbici. Esiste oggi un processo di innesto 2.0, si parla infatti di meccanizzazione dell'innesto: l'intero susseguirsi di azioni necessarie ad un innesto perfetto vengono compiute da macchine di grandissima precisione con numeri incredibili, ben 900 innesti ogni ora. I risultati degli innesti più innovativi possono essere depositati presso il CNR.
A conferma del legame tra la storia dell'uomo e questa pianta, è ben noto il suo rapporto con la divinità greca che è Dioniso, o con i simbolismi di abbondanza e benessere riscontrabili in diverse culture: nel Vangelo di Giovanni ad esempio, vi è una metafora molto significativa, nella quale Gesù si paragona al ramo principale di una vite, e tutti gli uomini sono i suoi tralci.
Questa predisposizione simbolica e mitologica, la rende presente in ogni forma d'arte, la musica, la scultura, la pittura, il cinema. Nell'arte manuale, è interessante notare come si passa facilmente da grandi opere come la Sedia con tralci di vite di Giacomo Manzù, a lavori di fai-da-te come una sedia realizzata sfruttando le proprietà elastiche e resistenti dei tralci intrecciati.
In conclusione, pur trattandosi di un oggetto pensato per un mercato di design e architettura, quindi più attento all'arredo degli spazi, il mondo che vi ruota attorno è certamente più vasto ed interessante.
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